Poliziotto denuncia le condizioni del Cpr: "Un girone dell'inferno"
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Poliziotto denuncia le condizioni del Cpr: “Un girone dell’inferno”

poliziotti con moto

L’agente che ha lavorato al Cpr di Milano, racconta le condizioni disumane in cui sono costrette a vivere le persone.

Durante un’intervista a Striscia La Notizia, su Canale Cinque, un agente delle forze dell’ordine ha denunciato le condizioni in cui versano le persone trattenute all’interno del centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di via Corelli, a Milano. Il poliziotto lo definisce un “luogo disumano, da chiudere”.

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La somministrazione di medicinali

All’interno della struttura, vengono somministrati farmaci e psicofarmaci a tutti, “senza distinzione che siano tossicodipendenti o meno”. Alle persone presenti vengono date pastiglie o gocce senza che venga specificato cosa siano. Il poliziotto dubita anche sulla professionalità dei dottori, “perché li chiamano dottori, ma non sappiamo effettivamente se lo siano o meno”.

A causa delle condizioni disumane presenti nel Cpr di Milano, molte persone trattenute hanno commesso atti di autolesionismo. L’agente racconta il caso di un ragazzo che si è cucito le labbra con del filo di ferro, o di chi ha tentato il suicidio. “È in tutto è per tutto un carcere perché sedie e tavoli sono inchiodati al pavimento, ci sono le gabbie, ci sono i televisori appesi al muro”, afferma.

Le rivolte nel Cpr

All’interno della struttura si è verificata anche una rivolta, dopo che un ragazzo “aveva avuto una crisi epilettica brutta ed è stato portato via con l’ambulanza mezzo morto. Loro hanno dato in escandescenze e sicuramente quando è intervenuto il personale addetto non penso che abbiano fatto delle carezze per riportare l’ordine”.

Il poliziotto spiega di non aver denunciato “perché anche se lo fai, non gliene frega niente a nessuno”, precisando come sia difficile sostenere la quotidianità per chi ci lavora all’interno: “Vedi delle cose che non vorresti vedere”.

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ultimo aggiornamento: 17 Maggio 2023 15:54

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